Nov
5
Sab
2016
Come trasformare la mente – Ven Lama Monlam
Nov 5@15:00
Come trasformare la mente - Ven Lama Monlam

Cari Amici, siamo lieti di informarvi che anche quest’anno avremo l’opportunità di ricevere preziosi insegnamenti da parte del Ven. Lama Monlam.

Il tema che verrà tratto è come trasformare la mente

Questo il programma:

Venerdi 4 Novembre 20:30-22:00

Sabato 5 Novembre 15:00-18:00

Domenica 6 Novembre 10:00-12:30

ingresso ad offerta libera

 

Lama Ciampa Monlam (Preghiera d’amore) nasce in Tibet nel 1926 da una famiglia di nomadi. All’eta di 4 anni entra nel monastero Tsecioling dove acquisisce il titolo di “Maestro di cerimonia” per il tempio di Lokesvara situato all’interno del Potala Nel 1962 a causa dell’invasione Cinese fugge dal Tibet, si rifugia prima in India e poi in Nepal nel monastero Samtenling a Bhodnat dove stringe amicizia con Lama Tubten Yeshe. Quando nel 1972 Lama Yeshe lascia il monastero per fondare Kopan, Lama Monlam, al quale era stata offerta la carica di abate, rinuncia all’incarico e decide di dedicarsi intensamente alla meditazione. I primi 9 anni di ritiro li trascorre in una minuscola capanna sulla collina di Swayambu (tempio delle scimmie) dopo di che viene invitato da dei discepoli Nepalesi a vivere e meditare al tempio di Vajra Yogini a Parpin dove continua incessantemente la sua pratica in relazione alle divinità di Tara Bianca, Vajra Yogini e Yamantaka inoltre perfeziona le sue doti di guaritore. A meta’ degli anni 90 comincia ad avere discepoli occidentali tra i quali Valentino Giacomin fondatore dell’Alice Projet, una scuola sperimentale per bambini disagiati con sede a Sarnat e Bodhgaya nel nord dell’India. Nel 2005 su disposizioni del Dalai Lama ne diventa guida spirituale. Grazie alla sua abilita di scultore modella le statue del tempio di Tara costruito all’interno della scuola e dirige la costruzione di due Stupa commissionati da Valentino. Nel 2006 durante la seconda visita in Italia diventa consigliere e guida spirituale di Stupa Onlus di Pomaia e comincia in forma privata ad insegnare. Nel 2009, 2011e 2013 viene invitato dall’Istituto Lama Tzong Khapa: per insegnare nei centri F.P.M.T. Italiani. Dal 2005 e ‘assistito e tradotto dalla nipote Anila Tenzin Tsomo del monastero di Kopan. Lama è solito definirsi un semplice monaco ma dietro quest’umiltà si manifestano doti di grande compassione e profonda conoscenza della pratica Buddista.

 

Per info: info@taracittamani.it

 

Nov
6
Dom
2016
Come trasformare la mente – Ven. Lama Monlam
Nov 6@10:00
Come trasformare la mente - Ven. Lama Monlam

Cari Amici, siamo lieti di informarvi che anche quest’anno avremo l’opportunità di ricevere preziosi insegnamenti da parte del Ven. Lama Monlam.

Il tema che verrà tratto è come trasformare la mente

 

Questo il programma:

Venerdi 4 Novembre 20:30-22:00

Sabato 5 Novembre 15:00-18:00

Domenica 6 Novembre 10:00-12:30

ingresso ad offerta libera

 

 

Lama Ciampa Monlam (Preghiera d’amore) nasce in Tibet nel 1926 da una famiglia di nomadi. All’eta di 4 anni entra nel monastero Tsecioling dove acquisisce il titolo di “Maestro di cerimonia” per il tempio di Lokesvara situato all’interno del Potala Nel 1962 a causa dell’invasione Cinese fugge dal Tibet, si rifugia prima in India e poi in Nepal nel monastero Samtenling a Bhodnat dove stringe amicizia con Lama Tubten Yeshe. Quando nel 1972 Lama Yeshe lascia il monastero per fondare Kopan, Lama Monlam, al quale era stata offerta la carica di abate, rinuncia all’incarico e decide di dedicarsi intensamente alla meditazione. I primi 9 anni di ritiro li trascorre in una minuscola capanna sulla collina di Swayambu (tempio delle scimmie) dopo di che viene invitato da dei discepoli Nepalesi a vivere e meditare al tempio di Vajra Yogini a Parpin dove continua incessantemente la sua pratica in relazione alle divinità di Tara Bianca, Vajra Yogini e Yamantaka inoltre perfeziona le sue doti di guaritore. A meta’ degli anni 90 comincia ad avere discepoli occidentali tra i quali Valentino Giacomin fondatore dell’Alice Projet, una scuola sperimentale per bambini disagiati con sede a Sarnat e Bodhgaya nel nord dell’India. Nel 2005 su disposizioni del Dalai Lama ne diventa guida spirituale. Grazie alla sua abilita di scultore modella le statue del tempio di Tara costruito all’interno della scuola e dirige la costruzione di due Stupa commissionati da Valentino. Nel 2006 durante la seconda visita in Italia diventa consigliere e guida spirituale di Stupa Onlus di Pomaia e comincia in forma privata ad insegnare. Nel 2009, 2011e 2013 viene invitato dall’Istituto Lama Tzong Khapa: per insegnare nei centri F.P.M.T. Italiani. Dal 2005 e ‘assistito e tradotto dalla nipote Anila Tenzin Tsomo del monastero di Kopan. Lama è solito definirsi un semplice monaco ma dietro quest’umiltà si manifestano doti di grande compassione e profonda conoscenza della pratica Buddista.

 

Per info: info@taracittamani.it

 

Nov
13
Dom
2016
Incontri di dialogo Cristiano-Buddhista @ Centro Universitario
Nov 13@15:30
Incontri di dialogo Cristiano-Buddhista @ Centro Universitario | Padova | Veneto | Italia

Cari Amici,

vi invitiamo agli incontri fraterni di dialogo Cristiano – Buddista:

  • Domenica 13 Novembre 2016: VELENI AMBIENTALI….”E VELENI MENTALI”
  • Domenica 11 Dicembre 2016: LAVORO E CONSUMO SOSTENIBILE: DALLA SPIRITUALITÀ’ AD UN MODELLO DI VITA QUOTIDIANA

Gli incontri si terranno presso il Centro Universitario via Zabarella 82 alle ore 15,30.

  • Sabato 14 Gennaio 2017: GIORNATA DI ESPERIENZA PRATICA A TUTELA DELL’AMBIENTE: RIASSETTO E PULIZIA DI UNO SPAZIO VERDE

 

 

Nov
14
Lun
2016
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni
Nov 14@18:00
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni

Cari Amici,

è con gioia che vi annunciamo che torna a trovarci il Ven. Ghesce Thubten Sherab,il 14,15,16 e 18 Novembre.

Questo il Programma:

Lunedi 14 Novembre 18:00-19:30

Martedi 15 Novembre 20:30-22:00

Mercoledi 16 Novembre 20:30-22:00

Venerdi 18 Novembre 20:30-22:00

 

Un Maestro della Nuova Generazione: Geshe Thubten Sherab

Sono nato nel 1967 in un piccolo villaggio di circa duecento abitanti, nella provincia di Manang, che si trova nell’ovest del Nepal. Poiché i miei genitori avevano cinque figli, desideravano che almeno uno o due di loro entrassero in monastero: è un onore e un modo di accumulare merito per la famiglia. I miei genitori furono in disaccordo su chi dovesse entrare in monastero, io o il mio fratello più giovane, e alla fine decisero per quest’ultimo.
Lo portarono al Monastero di Kopan, ma Lama Yeshe lo rifiutò, dicendo che era troppo giovane (nonostante avesse accettato altri della stessa età). Suppongo che in questa vita egli non avesse il karma di essere monaco. Allora i miei genitori portarono me da Lama Yeshe, che mi accettò. Così io ebbi il karma.

A quell’epoca non ero contrario a diventare monaco, ma allo stesso tempo non era una mia decisione. Più o meno era come quando andai a scuola. A circa diciotto anni, come un normale teenager, ebbi molti disagi, non sapendo se per me fosse meglio continuare o restituire l’ordinazione. Ma in seguito, poco prima di andare a Sera, decisi fermamente che essere per sempre un monaco era il modo in cui avrei trascorso la mia vita. Forse tutto questo accadde quando diventai, nella mia mente, un monaco completamente ordinato. Stavo camminando, allora, con uno dei miei insegnanti, il compianto Geshe Jampa, da Kathmandu a Kopan. Mi diceva che gli abitanti della provincia di Manang erano estremamente devoti, ma sembravano privi di comprensione del Dharma. Mi disse che sarebbe stato bene se avessi potuto aiutarli a capire di più.

Questo discorso ebbe un grande impatto su di me e mi nacque il desiderio di andare a Sera e studiare in profondità.

Inoltre, ebbi l’opportunità di incontrare Geshe eccellenti come Geshe Jampa Gyatso e Geshe Doga, che vennero a insegnare a Kopan, oltre al compianto Geshe Jampa e, naturalmente, Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche, Lama Lhundrup e Geshe Lama Konchog. Tutti questi maestri mi ispirarono davvero a studiare. Ebbi un gran rispetto per loro; erano un esempio, per me, come Michael Jackson lo era per i teenager di quel periodo.

 

Studiai nel Monastero di Sera Je per il livello di Geshe, dal 1987 al 2000. Adesso sono felice di aver preso quella decisione e sono grato ai miei maestri per la loro guida. Provo gratitudine per i miei genitori, specialmente per non avermi sostenuto nel difficile periodo in cui volevo restituire l’ordinazione.

Ciò che mi ha influenzato grandemente, in quel periodo e da allora, è stato trascorrere il tempo vicino ai miei maestri e osservare come praticano e come si comportano nella vita quotidiana. Un esempio che la maggior parte dei lettori di Mandala [rivista americana dell’FPMT, ndt] capiranno è stare vicini a Lama Zopa Rinpoche. E’ così ispirante vedere come Rinpoche pratica e impiega il suo tempo. Un’ispirazione simile sono stati i miei maestri di Sera.

Dopo aver completato i miei studi di Geshe, andai al Gyume Tantric College per un anno e in seguito fui inviato negli Stati Uniti ad aiutare l’FPMT International Office, ad insegnare al gruppo di studio, al centro in Taos (New Messico) e anche a Santa Fe. Rimasi negli U.S.A per due anni e mezzo e poi tornai nel Nepal. Ero stato bene negli U.S.A e in parte non ero sicuro di voler tornare nel Nepal. Alla fine decisi di tornare altrimenti, pensai: “ Se non vado adesso, resterò bloccato qui per sempre”.

Il mio ruolo nel Monastero di Kopan è quello di direttore. Ciò comporta più responsabilità rispetto ai direttori precedenti perché il ruolo si è molto ampliato. Complessivamente, sono responsabile dell’educazione, della supervisione e dei principi di tre aree di Kopan: la scuola, la formazione nel dibattito e la formazione nel tantra.

Il ruolo di un Geshe nella società tibetana è insegnare il Dharma e condividere la propria conoscenza nei monasteri, nelle scuole e in mezzo ai laici, ma penso che, sfortunatamente, questo non accade a sufficienza né dalla parte dei Geshe né dalla parte dei laici. I tibetani laici non sono come gli occidentali, che vogliono imparare il Dharma in profondità: sono meramente soddisfatti nel fare le kora (circoambulazioni), intonare preghiere, fare offerte, ecc. Si spera che la generazione più giovane dei tibetani vorrà imparare il Dharma più profondamente.

Da parte dei Geshe, forse dobbiamo dare di più in termine di tempo ai tibetani laici, specialmente dove non c’è molto reddito, tra i poveri, in luoghi come la Mongolia, il Nepal e parte dell’India. Penso anche che non possiamo dare per scontato che la gente dovrebbe rispettarci perché siamo Geshe. Per ricevere rispetto dalla gente a livello internazionale, dobbiamo lavorare sodo con la nostra pratica e le nostre qualità, invece di avere la mera etichetta di ‘Geshe’.

E’ sicuro che dobbiamo pensare in modo più ampio ai modi di beneficiare più persone, che siano buddhiste o no. La mia opinione è che non ha importanza se una persona segue il modo tradizionale di pratica né se è buddhista o no. Possiamo condividere con loro così tanti aspetti positivi del Dharma! Abbiamo un sincero bisogno di rispettare tutto delle tradizioni religiose, non con la bocca, ma con il cuore. Abbiamo Sua Santità il Dalai Lama come esempio nel trattare con rispetto le altre religioni.

Abbiamo anche bisogno di capire la cultura e la psicologia occidentali in modo che, noi Geshe, si possa essere più efficaci e portare più beneficio. Come Geshe, tuttavia, non dovremmo prenderci troppe libertà nel cambiare il modo tradizionale del Dharma nell’affrontare le cose, solo perché non è adatto al modo degli occidentali o perché non piace loro. Non dobbiamo pensare a risultati immediati ma a un beneficio a lungo termine.

Per i principianti nel Dharma, la cosa più importante è cercare di integrare lo studio con la pratica. Potete vedere come chi è preso soltanto dallo studio, che è solo intellettuale, in tal caso diventi molto arido nel cuore. Queste persone conoscono le cose come un computer, sanno tutto, ma niente tocca il loro cuore. Questo tipo di individui diventa molto arrogante e tende a guardare dall’alto in basso le altre persone con minori conoscenze.

Esistono anche casi in cui qualcuno non studia, pensando che tutto ciò che ha bisogno di fare sia la pratica. Ma come si può praticare se non si studia? Senza studiare, inoltre, un insegnante sbagliato può indurre in errore facilmente, approfittarsi degli studenti e sfruttarli. Voglio precisare che questa è la mia opinione personale e non implica critiche verso nessuno.

Per concludere, la mia richiesta agli studenti è di integrare studio e pratica, come hanno sempre consigliato Sua Santità il Dalai Lama e Lama Zopa Rinpoche.

 

Intervista e trascrizione di Frank Brocks, Monastero di Kopan, 10 feb. 2007.

Dalla rivista Mandala, aprile/maggio 2007

 

 

L’insegnamento è a offerta libera.

Per info info@taracittamani.it

 

Nov
15
Mar
2016
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni
Nov 15@20:30
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni

Cari Amici,

è con gioia che vi annunciamo che torna a trovarci il Ven. Ghesce Thubten Sherab,il 14,15,16 e 18 Novembre.

Questo il Programma:

Lunedi 14 Novembre 18:00-19:30

Martedi 15 Novembre 20:30-22:00

Mercoledi 16 Novembre 20:30-22:00

Venerdi 18 Novembre 20:30-22:00

 

Un Maestro della Nuova Generazione: Geshe Thubten Sherab

Sono nato nel 1967 in un piccolo villaggio di circa duecento abitanti, nella provincia di Manang, che si trova nell’ovest del Nepal. Poiché i miei genitori avevano cinque figli, desideravano che almeno uno o due di loro entrassero in monastero: è un onore e un modo di accumulare merito per la famiglia. I miei genitori furono in disaccordo su chi dovesse entrare in monastero, io o il mio fratello più giovane, e alla fine decisero per quest’ultimo.
Lo portarono al Monastero di Kopan, ma Lama Yeshe lo rifiutò, dicendo che era troppo giovane (nonostante avesse accettato altri della stessa età). Suppongo che in questa vita egli non avesse il karma di essere monaco. Allora i miei genitori portarono me da Lama Yeshe, che mi accettò. Così io ebbi il karma.

A quell’epoca non ero contrario a diventare monaco, ma allo stesso tempo non era una mia decisione. Più o meno era come quando andai a scuola. A circa diciotto anni, come un normale teenager, ebbi molti disagi, non sapendo se per me fosse meglio continuare o restituire l’ordinazione. Ma in seguito, poco prima di andare a Sera, decisi fermamente che essere per sempre un monaco era il modo in cui avrei trascorso la mia vita. Forse tutto questo accadde quando diventai, nella mia mente, un monaco completamente ordinato. Stavo camminando, allora, con uno dei miei insegnanti, il compianto Geshe Jampa, da Kathmandu a Kopan. Mi diceva che gli abitanti della provincia di Manang erano estremamente devoti, ma sembravano privi di comprensione del Dharma. Mi disse che sarebbe stato bene se avessi potuto aiutarli a capire di più.

Questo discorso ebbe un grande impatto su di me e mi nacque il desiderio di andare a Sera e studiare in profondità.

Inoltre, ebbi l’opportunità di incontrare Geshe eccellenti come Geshe Jampa Gyatso e Geshe Doga, che vennero a insegnare a Kopan, oltre al compianto Geshe Jampa e, naturalmente, Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche, Lama Lhundrup e Geshe Lama Konchog. Tutti questi maestri mi ispirarono davvero a studiare. Ebbi un gran rispetto per loro; erano un esempio, per me, come Michael Jackson lo era per i teenager di quel periodo.

 

Studiai nel Monastero di Sera Je per il livello di Geshe, dal 1987 al 2000. Adesso sono felice di aver preso quella decisione e sono grato ai miei maestri per la loro guida. Provo gratitudine per i miei genitori, specialmente per non avermi sostenuto nel difficile periodo in cui volevo restituire l’ordinazione.

Ciò che mi ha influenzato grandemente, in quel periodo e da allora, è stato trascorrere il tempo vicino ai miei maestri e osservare come praticano e come si comportano nella vita quotidiana. Un esempio che la maggior parte dei lettori di Mandala [rivista americana dell’FPMT, ndt] capiranno è stare vicini a Lama Zopa Rinpoche. E’ così ispirante vedere come Rinpoche pratica e impiega il suo tempo. Un’ispirazione simile sono stati i miei maestri di Sera.

Dopo aver completato i miei studi di Geshe, andai al Gyume Tantric College per un anno e in seguito fui inviato negli Stati Uniti ad aiutare l’FPMT International Office, ad insegnare al gruppo di studio, al centro in Taos (New Messico) e anche a Santa Fe. Rimasi negli U.S.A per due anni e mezzo e poi tornai nel Nepal. Ero stato bene negli U.S.A e in parte non ero sicuro di voler tornare nel Nepal. Alla fine decisi di tornare altrimenti, pensai: “ Se non vado adesso, resterò bloccato qui per sempre”.

Il mio ruolo nel Monastero di Kopan è quello di direttore. Ciò comporta più responsabilità rispetto ai direttori precedenti perché il ruolo si è molto ampliato. Complessivamente, sono responsabile dell’educazione, della supervisione e dei principi di tre aree di Kopan: la scuola, la formazione nel dibattito e la formazione nel tantra.

Il ruolo di un Geshe nella società tibetana è insegnare il Dharma e condividere la propria conoscenza nei monasteri, nelle scuole e in mezzo ai laici, ma penso che, sfortunatamente, questo non accade a sufficienza né dalla parte dei Geshe né dalla parte dei laici. I tibetani laici non sono come gli occidentali, che vogliono imparare il Dharma in profondità: sono meramente soddisfatti nel fare le kora (circoambulazioni), intonare preghiere, fare offerte, ecc. Si spera che la generazione più giovane dei tibetani vorrà imparare il Dharma più profondamente.

Da parte dei Geshe, forse dobbiamo dare di più in termine di tempo ai tibetani laici, specialmente dove non c’è molto reddito, tra i poveri, in luoghi come la Mongolia, il Nepal e parte dell’India. Penso anche che non possiamo dare per scontato che la gente dovrebbe rispettarci perché siamo Geshe. Per ricevere rispetto dalla gente a livello internazionale, dobbiamo lavorare sodo con la nostra pratica e le nostre qualità, invece di avere la mera etichetta di ‘Geshe’.

E’ sicuro che dobbiamo pensare in modo più ampio ai modi di beneficiare più persone, che siano buddhiste o no. La mia opinione è che non ha importanza se una persona segue il modo tradizionale di pratica né se è buddhista o no. Possiamo condividere con loro così tanti aspetti positivi del Dharma! Abbiamo un sincero bisogno di rispettare tutto delle tradizioni religiose, non con la bocca, ma con il cuore. Abbiamo Sua Santità il Dalai Lama come esempio nel trattare con rispetto le altre religioni.

Abbiamo anche bisogno di capire la cultura e la psicologia occidentali in modo che, noi Geshe, si possa essere più efficaci e portare più beneficio. Come Geshe, tuttavia, non dovremmo prenderci troppe libertà nel cambiare il modo tradizionale del Dharma nell’affrontare le cose, solo perché non è adatto al modo degli occidentali o perché non piace loro. Non dobbiamo pensare a risultati immediati ma a un beneficio a lungo termine.

Per i principianti nel Dharma, la cosa più importante è cercare di integrare lo studio con la pratica. Potete vedere come chi è preso soltanto dallo studio, che è solo intellettuale, in tal caso diventi molto arido nel cuore. Queste persone conoscono le cose come un computer, sanno tutto, ma niente tocca il loro cuore. Questo tipo di individui diventa molto arrogante e tende a guardare dall’alto in basso le altre persone con minori conoscenze.

Esistono anche casi in cui qualcuno non studia, pensando che tutto ciò che ha bisogno di fare sia la pratica. Ma come si può praticare se non si studia? Senza studiare, inoltre, un insegnante sbagliato può indurre in errore facilmente, approfittarsi degli studenti e sfruttarli. Voglio precisare che questa è la mia opinione personale e non implica critiche verso nessuno.

Per concludere, la mia richiesta agli studenti è di integrare studio e pratica, come hanno sempre consigliato Sua Santità il Dalai Lama e Lama Zopa Rinpoche.

 

Intervista e trascrizione di Frank Brocks, Monastero di Kopan, 10 feb. 2007.

Dalla rivista Mandala, aprile/maggio 2007

 

 

L’insegnamento è a offerta libera.

Per info info@taracittamani.it

 

Nov
16
Mer
2016
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni
Nov 16@20:30
Ven.Ghesce Thubten Sherab- Le sei Perfezioni

Cari Amici,

è con gioia che vi annunciamo che torna a trovarci il Ven. Ghesce Thubten Sherab,il 14,15,16 e 18 Novembre.

Questo il Programma:

Lunedi 14 Novembre 18:00-19:30

Martedi 15 Novembre 20:30-22:00

Mercoledi 16 Novembre 20:30-22:00

Venerdi 18 Novembre 20:30-22:00

 

Un Maestro della Nuova Generazione: Geshe Thubten Sherab

Sono nato nel 1967 in un piccolo villaggio di circa duecento abitanti, nella provincia di Manang, che si trova nell’ovest del Nepal. Poiché i miei genitori avevano cinque figli, desideravano che almeno uno o due di loro entrassero in monastero: è un onore e un modo di accumulare merito per la famiglia. I miei genitori furono in disaccordo su chi dovesse entrare in monastero, io o il mio fratello più giovane, e alla fine decisero per quest’ultimo.
Lo portarono al Monastero di Kopan, ma Lama Yeshe lo rifiutò, dicendo che era troppo giovane (nonostante avesse accettato altri della stessa età). Suppongo che in questa vita egli non avesse il karma di essere monaco. Allora i miei genitori portarono me da Lama Yeshe, che mi accettò. Così io ebbi il karma.

A quell’epoca non ero contrario a diventare monaco, ma allo stesso tempo non era una mia decisione. Più o meno era come quando andai a scuola. A circa diciotto anni, come un normale teenager, ebbi molti disagi, non sapendo se per me fosse meglio continuare o restituire l’ordinazione. Ma in seguito, poco prima di andare a Sera, decisi fermamente che essere per sempre un monaco era il modo in cui avrei trascorso la mia vita. Forse tutto questo accadde quando diventai, nella mia mente, un monaco completamente ordinato. Stavo camminando, allora, con uno dei miei insegnanti, il compianto Geshe Jampa, da Kathmandu a Kopan. Mi diceva che gli abitanti della provincia di Manang erano estremamente devoti, ma sembravano privi di comprensione del Dharma. Mi disse che sarebbe stato bene se avessi potuto aiutarli a capire di più.

Questo discorso ebbe un grande impatto su di me e mi nacque il desiderio di andare a Sera e studiare in profondità.

Inoltre, ebbi l’opportunità di incontrare Geshe eccellenti come Geshe Jampa Gyatso e Geshe Doga, che vennero a insegnare a Kopan, oltre al compianto Geshe Jampa e, naturalmente, Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche, Lama Lhundrup e Geshe Lama Konchog. Tutti questi maestri mi ispirarono davvero a studiare. Ebbi un gran rispetto per loro; erano un esempio, per me, come Michael Jackson lo era per i teenager di quel periodo.

 

Studiai nel Monastero di Sera Je per il livello di Geshe, dal 1987 al 2000. Adesso sono felice di aver preso quella decisione e sono grato ai miei maestri per la loro guida. Provo gratitudine per i miei genitori, specialmente per non avermi sostenuto nel difficile periodo in cui volevo restituire l’ordinazione.

Ciò che mi ha influenzato grandemente, in quel periodo e da allora, è stato trascorrere il tempo vicino ai miei maestri e osservare come praticano e come si comportano nella vita quotidiana. Un esempio che la maggior parte dei lettori di Mandala [rivista americana dell’FPMT, ndt] capiranno è stare vicini a Lama Zopa Rinpoche. E’ così ispirante vedere come Rinpoche pratica e impiega il suo tempo. Un’ispirazione simile sono stati i miei maestri di Sera.

Dopo aver completato i miei studi di Geshe, andai al Gyume Tantric College per un anno e in seguito fui inviato negli Stati Uniti ad aiutare l’FPMT International Office, ad insegnare al gruppo di studio, al centro in Taos (New Messico) e anche a Santa Fe. Rimasi negli U.S.A per due anni e mezzo e poi tornai nel Nepal. Ero stato bene negli U.S.A e in parte non ero sicuro di voler tornare nel Nepal. Alla fine decisi di tornare altrimenti, pensai: “ Se non vado adesso, resterò bloccato qui per sempre”.

Il mio ruolo nel Monastero di Kopan è quello di direttore. Ciò comporta più responsabilità rispetto ai direttori precedenti perché il ruolo si è molto ampliato. Complessivamente, sono responsabile dell’educazione, della supervisione e dei principi di tre aree di Kopan: la scuola, la formazione nel dibattito e la formazione nel tantra.

Il ruolo di un Geshe nella società tibetana è insegnare il Dharma e condividere la propria conoscenza nei monasteri, nelle scuole e in mezzo ai laici, ma penso che, sfortunatamente, questo non accade a sufficienza né dalla parte dei Geshe né dalla parte dei laici. I tibetani laici non sono come gli occidentali, che vogliono imparare il Dharma in profondità: sono meramente soddisfatti nel fare le kora (circoambulazioni), intonare preghiere, fare offerte, ecc. Si spera che la generazione più giovane dei tibetani vorrà imparare il Dharma più profondamente.

Da parte dei Geshe, forse dobbiamo dare di più in termine di tempo ai tibetani laici, specialmente dove non c’è molto reddito, tra i poveri, in luoghi come la Mongolia, il Nepal e parte dell’India. Penso anche che non possiamo dare per scontato che la gente dovrebbe rispettarci perché siamo Geshe. Per ricevere rispetto dalla gente a livello internazionale, dobbiamo lavorare sodo con la nostra pratica e le nostre qualità, invece di avere la mera etichetta di ‘Geshe’.

E’ sicuro che dobbiamo pensare in modo più ampio ai modi di beneficiare più persone, che siano buddhiste o no. La mia opinione è che non ha importanza se una persona segue il modo tradizionale di pratica né se è buddhista o no. Possiamo condividere con loro così tanti aspetti positivi del Dharma! Abbiamo un sincero bisogno di rispettare tutto delle tradizioni religiose, non con la bocca, ma con il cuore. Abbiamo Sua Santità il Dalai Lama come esempio nel trattare con rispetto le altre religioni.

Abbiamo anche bisogno di capire la cultura e la psicologia occidentali in modo che, noi Geshe, si possa essere più efficaci e portare più beneficio. Come Geshe, tuttavia, non dovremmo prenderci troppe libertà nel cambiare il modo tradizionale del Dharma nell’affrontare le cose, solo perché non è adatto al modo degli occidentali o perché non piace loro. Non dobbiamo pensare a risultati immediati ma a un beneficio a lungo termine.

Per i principianti nel Dharma, la cosa più importante è cercare di integrare lo studio con la pratica. Potete vedere come chi è preso soltanto dallo studio, che è solo intellettuale, in tal caso diventi molto arido nel cuore. Queste persone conoscono le cose come un computer, sanno tutto, ma niente tocca il loro cuore. Questo tipo di individui diventa molto arrogante e tende a guardare dall’alto in basso le altre persone con minori conoscenze.

Esistono anche casi in cui qualcuno non studia, pensando che tutto ciò che ha bisogno di fare sia la pratica. Ma come si può praticare se non si studia? Senza studiare, inoltre, un insegnante sbagliato può indurre in errore facilmente, approfittarsi degli studenti e sfruttarli. Voglio precisare che questa è la mia opinione personale e non implica critiche verso nessuno.

Per concludere, la mia richiesta agli studenti è di integrare studio e pratica, come hanno sempre consigliato Sua Santità il Dalai Lama e Lama Zopa Rinpoche.

 

Intervista e trascrizione di Frank Brocks, Monastero di Kopan, 10 feb. 2007.

Dalla rivista Mandala, aprile/maggio 2007

 

 

L’insegnamento è a offerta libera.

Per info info@taracittamani.it