Con Gabriele Piana
Sabato 20 Maggio 10:00-13:00 e 15:00 – 18:00
Domenica 21 Maggio 10:00 -12:30
Corso a numero chiuso, per partecipare è obbligatorio l’iscrizione .
Per info info@taracittamani.it
Con Gabriele Piana
Sabato 20 Maggio 10:00-13:00 e 15:00 – 18:00
Domenica 21 Maggio 10:00 -12:30
Corso a numero chiuso, per partecipare è obbligatorio l’iscrizione .
Per info info@taracittamani.it
Cari Amici,
come da tradizione siamo lieti di invitarvi a festeggiare il compleanno del Dalai Lama giovedì 6 Luglio dalle ore 20,00.
Siete tutti invitati a contribuire alla cena portando qualcosa.
BIOGRAFIA DEL DALAI LAMA
Sua Santità, il XIV° Dalai Lama Tenzin Gyatso è il capo di stato e il leader spirituale del popolo tibetano. E’ nato con il nome di Lhamo Dhondrub il 6 luglio 1935, in un piccolo villaggio chiamato Takster nel nordest del Tibet. Nato in una famiglia contadina, Sua Santità è stato riconosciuto all’età di due anni, secondo la tradizione tibetana, come la reincarnazione del suo predecessore il XIII° Dalai Lama, cioè come l’incarnazione di Avalokitesvara, il Buddha della Compassione.
I Dalai Lama sono la manifestazione del Bodhisattva (Buddha) della Compassione, il quale sceglie di reincarnarsi al servizio degli esseri senzienti.
Lhamo Dhondrub assunse, in quanto Dalai Lama, il nome di Jetsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzin Gyatso, il Signore Santo, la Gloria Gentile, il Compassionevole, il Difensore della Fede, l’Oceano di Saggezza. I tibetani, normalmente, si rivolgono a Sua Santità come Yeshe Norbu, la Gemma che esaudisce tutti i desideri, o semplicemente, Kundun, la Presenza.
La cerimonia dell’investitura ebbe luogo a Lhasa, la capitale del Tibet, il 22 febbraio 1940.
L’educazione di Sua Santità in Tibet.
L’educazione di Sua Santità iniziò all’età di sei anni e venne completata con il conseguimento del titolo di Geshe Lharampa (Dottorato in filosofia buddista) all’età di 25 anni, nel 1959. All’età di 24 anni affrontò gli esami preliminari in ciascuna delle tre università monastiche: Drepung, Sera e Ganden. L’esame finale avvenne nello Jokhang, a Lhasa durante il Festival annuale di preghiera detto Monlan, che si tiene il primo mese di ogni anno del calendario tibetano.
Le responsabilità di Sua Santità.
Il 17 novembre 1950, Sua Santità fu chiamato ad assumere il suo pieno potere politico (capo dello stato e del governo) per la liberazione di circa 80000 persone. Soldati armati invasero il Tibet. Nel 1954 si recò a Pechino a parlare di pace con Mao-Tse-tung e altri leaders cinesi inclusi Ciu En-lai e Deng Xiaoping. Nel 1956, durante una sua visita in India per presenziare all’anniversario del 2500esimo Buddha Jayanti, ebbe una serie di incontri con il Primo ministro Nehru e il Premier Chou sul deteriorarsi delle condizioni in Tibet. I suoi sforzi per giungere a una soluzione pacifica del conflitto tra Cina e Tibet furono distrutti dalla politica spietata di Pechino nel Tibet orientale, che innescò la rivolta e la resistenza popolare. Questo movimento di resistenza dilagò in altre parti del paese. Il 10 marzo 1959 la capitale del Tibet, Lhasa, insorse con la più grande manifestazione della storia tibetana, chiedendo alla Cina di lasciare il Tibet e per riaffermare la sua indipendenza. L’insurrezione nazionale tibetana venne brutalmente soffocata dall’esercito cinese. Sua Santità fuggì in India dove gli venne offerto asilo politico. Circa 80000 rifugiati tibetani seguirono Sua Santità in esilio. Oggi ci sono più di 120000 tibetani in esilio. Dal 1960, Sua Santità risiede a Dharamsala, in India, la “piccola Lhasa”, sede del governo tibetano in esilio.
Nei primi anni del suo esilio, Sua Santità fece un appello alle Nazioni Unite sulla questione del Tibet che sfociò in una risoluzione in tre punti adottata dall’Assemblea Generale nel 1959, 1961 e 1965 che richiamava la Cina al rispetto dei diritti umani dei tibetani e al loro desiderio di autodeterminazione. Con il neo-costituito governo tibetano in esilio, Sua Santità comprese che il suo compito immediato e urgente era salvare sia gli esiliati tibetani sia la loro cultura. I rifugiati tibetani vennero riabilitati in stanziamenti agricoli. Lo sviluppo economico fu incrementato, venne stabilita la creazione di un sistema educativo tibetano per allevare i bambini rifugiati ai fini dell’apprendimento completo della loro lingua, storia, religione e cultura. L’istituto tibetano di Arti Espressive venne costituito nel 1959, mentre l’istituto centrale di Studi Superiori divenne una università per i tibetani in India. Vennero rifondati più di 200 monasteri per conservare gli insegnamenti buddisti, ovvero l’essenza dello stile di vita tibetano.
Nel 1963, Sua Santità promulgò una costituzione democratica basata sui principi buddisti e sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo come modello per un futuro Tibet libero. Oggi, i membri del parlamento tibetano sono eletti direttamente dal popolo. I membri del gabinetto sono eletti dal parlamento e devono rispondere a esso. Sua Santità ha sempre sottolineato il bisogno di maggiore democrazia per l’amministrazione tibetana e ha dichiarato pubblicamente che quando il Tibet avrà riconquistato la sua indipendenza egli non manterrà più alcuna carica politica.
Nel 1987, al Congresso per i Diritti Umani, tenutosi a Washington D. C. propose un Piano di Pace in cinque punti, come primo passo verso la risoluzione dello stato futuro del Tibet. Questo piano chiede la designazione del Tibet come zona di pace, la fine del trasferimento massiccio dell’etnia cinese in Tibet, la restaurazione dei fondamentali diritti umani e delle libertà democratiche, l’abbandono da parte della Cina dell’uso del Tibet per la produzione di armamenti nucleari e come deposito di scorie nucleari, nonché l’urgenza di negoziati più seri sul futuro del Tibet.
Il 15 giugno 1988, a Strasburgo, in Francia, Sua Santità ha elaborato il Piano di Pace in cinque punti e ha proposto la creazione di un Tibet autogovernantesi in modo democratico in associazione con la Repubblica Popolare Cinese.
Il 2 settembre 1991, il governo tibetano in esilio ha dichiarato la proposta di Strasburgo non valida a causa dell’atteggiamento chiuso e negativo della leadership cinese presente nei confronti delle idee espresse nella proposta suddetta.
Il 9 ottobre 1991, durante una conferenza tenuta all’università di Yale , negli Stati Uniti, Sua Santità ha detto che voleva visitare il Tibet per verificare personalmente la situazione politica. Ha dichiarato: “Sono estremamente ansioso, perché in questa situazione esplosiva potrebbe scoppiare della violenza. Voglio fare tutto il possibile per prevenire una cosa simile… La mia visita dovrebbe essere una occasione per aumentare la comprensione e creare una base per una soluzione negoziata”.
Contatti con l’Occidente e con l’Oriente.
Sin dal 1967, Sua Santità ha intrapreso una serie di viaggi che lo hanno portato in circa 46 nazioni. Nell’autunno del 1991 ha visitato gli Stati Baltici su invito del presidente lituano Vytautas Landsbergis ed è stato il primo leader straniero a rivolgersi al parlamento lituano. Nel 1973, Sua Santità ha incontrato in Vaticano papa Paolo VI. Nel 1980, a Roma, durante una conferenza stampa, Sua Santità ha ribadito le sue speranze per un incontro con Giovanni Paolo II: “Viviamo in un periodo di grande crisi, un periodo di sconvolgenti sviluppi a livello mondiale. Non è possibile trovare pace nell’anima senza sicurezza e armonia tra i popoli. Per questa ragione, guardo al mio futuro incontro con il Santo Padre con fede e speranza, per avere uno scambio di idee e sentimenti nonché per avere suoi suggerimenti per aprire una porta a una pacificazione progressiva fra i popoli”.
Sua Santità ha incontrato papa Giovanni Paolo II, nel 1980, 1982, 1986, 1988 e 1990 in Vaticano. Nel 1981, Sua Santità ha conferito con l’arcivescovo di Canterbury, il dottor Robert Runcie e con gli altri leaders della chiesa Anglicana, a Londra. Ha incontrato anche le autorità della chiesa Cattolica e della Comunità ebraica. In occasione di un dialogo interreligioso tenuto in suo onore dal Congresso Mondiale delle fedi ha detto: “Ho sempre creduto che sia molto meglio avere una varietà di religioni, una varietà di filosofie, piuttosto che una sola religione o filosofia. Questo è necessario per via delle differenti disposizioni mentali di ciascun essere senziente. Ogni religione ha certe idee o tecniche che le sono proprie e impararle può solo essere di arricchimento per la fede di ognuno”.
Riconoscimenti.
Sin dalla sua prima visita in Occidente nel 1973, molte università e istituzioni hanno conferito a Sua Santità riconoscimenti per la Pace e lauree honoris causa per i suoi scritti di filosofia buddista e per il suo ruolo-guida nella risoluzione dei conflitti internazionali, per i diritti umani e i problemi globali dell’ambiente. Nel 1989 in occasione della presentazione del premio Raoul Wallenberg per i diritti umani, Tom Lantos ha dichiarato: “La lotta coraggiosa di Sua Santità il Dalai Lama lo ha distinto come un paladino dei diritti umani e della pace mondiale. I suoi sforzi progressivi per mettere fine alla sofferenza del popolo tibetano attraverso i negoziati e la riconciliazione hanno richiesto un enorme coraggio e sacrificio”.
Il Premio Nobel per la pace nel 1989.
La decisione del Comitato norvegese per il conferimento del Premio Nobel nel 1989 a Sua Santità il Dalai Lama ha conquistato il plauso del mondo intero con l’eccezione della Cina. La motivazione del Comitato recita: “Il Comitato vuole ribadire il fatto che il Dalai Lama nella sua lotta per la liberazione del Tibet si è opposto in modo considerevole all’uso della forza. Al contrario, ha invocato soluzioni pacifiche basate sulla tolleranza e sul mutuo rispetto per conservare l’eredità storica e culturale del suo popolo”.
Il 10 dicembre 1989, Sua Santità ha accettato il premio in quanto rappresentante dei popoli oppressi ovunque e per tutti coloro che combattono per la libertà e lavorano per la pace nel mondo e per il popolo tibetano. Nella sua replica egli ha affermato: “Il premio rinforza la nostra convinzione che con la verità, il coraggio e la determinazione come nostre armi, il Tibet sarà liberato. La nostra lotta deve restare non-violenta e priva di odio”.
Sua Santità ha avuto anche un messaggio di incoraggiamento per il movimento degli studenti cinesi in lotta per la democrazia. “In Cina, il movimento popolare per la democrazia è stato represso con l’uso della forza bruta, nel giugno di quest’anno. Ma, non credo che queste dimostrazioni siano avvenute invano, perché lo spirito della libertà è stato riacceso tra il popolo cinese e la Cina non può sfuggire all’impatto di questo spirito di libertà che si diffonderà in numerose parti del mondo. I coraggiosi studenti e i loro sostenitori hanno mostrato alle autorità cinesi e al mondo il volto umano delle grandi nazioni”.
Un semplice monaco buddista.
Sua Santità spesso ha detto: “Io sono un semplice monaco buddista, né più, né meno”.
Sua Santità vive la vita di un monaco buddista, risiedendo in una piccola abitazione a Dharamsala si alza alle 4 del mattino per meditare, successivamente si occupa della programmazione dei suoi incontri concernenti le questioni amministrative, concede udienze private, impartisce insegnamenti religiosi e presenzia a cerimonie rituali. Conclude la sua giornata con ulteriori preghiere prima del riposo notturno. Nel dichiarare le sue più grandi fonti di ispirazione egli cita spesso i suoi versi preferiti che si trovano negli scritti di un famoso santo buddista dell’ottavo secolo, chiamato Shantideva: “Per quanto a lungo durerà lo spazio e per quanto a lungo resteranno delle creature viventi in esso, fino ad allora anch’io ci sarò per sconfiggere la sofferenza del mondo”.
Cari amici,
ci troviamo Venerdi 15 Settembre ore 18:30, presso il centro Taracittamani, per fare insieme la pratica di Guru Puja con offerta dello Tzog.
Come offerte si possono portare fiori, dolci, snack salati ,, bevande, lumini, incensi, etc..
Guru Puja con offerta dello Tzog
Detto anche Lama Ciöpa (in tibetano) significa letteralmente «rituale di offerta al guru» e si può considerare come un lungo rituale di preghiera e meditazione scritto dal grande Panchen Lobsang Ciöky Ghialtzen nel XVII secolo.
Le melodie con cui la si recita furono composte da Ghyalwa Ensapa, detto lo «Yogi Veloce» per la rapidità con cui ottenne l’illuminazione.
La parola Guru qui sta a significare «il maestro» dal quale si è ricevuto almeno una iniziazione o un insegnamento: fondamentale in questa pratica (come in tutte le pratiche tantriche) è quindi il rapporto maestro/discepolo, che viene paragonato a un uncino e a un anello. Con l’uncino della compassione del guru e con l’anello della fede del discepolo è possibile creare un legame che non potrà spezzarsi finchè il discepolo non avrà raggiunto l’illuminazione.
La Guru Puja è quindi una pratica devozionale al guru Radice, che viene visualizzato nell’aspetto di un essere illuminato.
Le offerte che vengono fatte non sono a vantaggio del guru, ma sono a beneficio di chi le sta facendo per accumulare meriti, ottenere karma positivo e purificare quello negativo.
Il cuore della Guru Puja è costituito dall’offerta dello Tsog (in sanscrito Ganachakra, che significa assemblea), per la quale si preparano diversi tipi di sostanze rituali. L’offerta viene compiuta per soddisfare l’intero circolo dell’assemblea dei partecipanti: il Guru, tutti gli esseri santi, il sangha stesso e tutti gli esseri dei sei stati di esistenza, in particolare quelli che sono nelle condizioni di maggiore sofferenza.
Questa pratica contiene tutti i punti essenziali degli insegnamenti delle tradizioni ( Theravada, Mahayana e Vajrayana) e insegna a tenere sotto controllo la respirazione con il risultato di incrementare l’energia vitale.
Cari Amici,
siamo lieti di proporvi il Corso Base di Campane Tibetane con Giovanni Del Casale.
Il corso previsto per il 7-8 Ottobre è a numero chiuso, il numero di partecipanti previsto è di 20 persone termine ultimo per iscriversi è lunedì 2 ottobre.
Sabato 23 settembre alle ore 15,00 ci sarà la presentazione esperenziale del Corso.
Di seguito trovate una breve presentazione e alcuni dettagli utili alla partecipazione.
SUONO E MEDITAZIONE
Corso base di campane tibetane
In tutte le principali cosmogonie antiche la vibrazione-suono (chiamata di volta in volta “Om”, il “Verbo”, “Logos”, ecc.) viene ritenuta causa ed essenza ultima dell’universo; nella tradizione vedica si parla espressamente di “Nāda Brahman”, dove Nāda indica il suono e Brahman la forza creatrice.
L’aspetto manifesto è quindi in realtà solo il livello più grossolano ed evidente del suono; c’ è un aspetto di Nāda che possiamo sperimentare infatti attraverso i sensi (l’udito, il tatto) ma ve ne sono anche altri, via via più sottili e raffinati, che possiamo contattare solo scendendo negli strati più profondi della nostra mente.
Grazie a questo seminario e, in particolare, attraverso l’uso delle Campane Tibetane, potremo fare esperienza di alcuni principi-cardine riguardo la natura della vibrazione e le sue potenzialità evolutive; le “ciotole sonore” rappresentano infatti un mezzo molto semplice, intuitivo e potente per entrare in contatto con l’essenza immateriale di Nāda.
Dal punto di vista acustico, gli armonici naturali sono i principali responsabili della ricchezza e della particolarità timbrica di qualunque suono esistente in natura e possono essere immaginati come onde contenute dentro l’onda principale. È grazie a questa stratificazione di frequenze che il suono è in grado di armonizzare mente e corpo, riportando il sistema psicofisico verso il suo naturale equilibrio.
E’ noto che le campane tibetane siano particolarmente ricche di armonici naturali; pertanto quando le suoniamo esse producono contemporaneamente più vibrazioni, sia udibili che non udibili. Ecco perché è importante imparare ad ascoltare. Nel corso familiarizzeremo gradualmente con la percezione della vibrazione fondamentale e con i suoni degli armonici più evidenti; svilupperemo l’attenzione non solo con le orecchie ma con tutto il corpo, alla ricerca delle molteplici riverberazioni che il suono può produrre su di noi.
Saranno trasmesse le principali tecniche esecutive e alcune semplici modalità di auto-trattamento terapeutico. Cercheremo infine di capire come imprimere al suono la giusta intenzione mentale, al fine di ottenere un effetto positivo più specifico.
Immergersi per una intera giornata nel suono sacro delle campane ci darà la possibilità di sperimentare direttamente le loro facoltà armonizzanti, facendoci sentire più uniti con noi stessi e con gli altri compagni e compagne di viaggio.
Informazioni pratiche:
ORARIO:
sabato 7 Ottobre dalle 15.30 alle 18.30
domenica 8 Ottobre dalle 10.00 alle 17.30, con pausa pranzo di circa 1 ora.
COSTI: euro 90 a persona
NUMERO MASSIMO: 20 iscritti
Chi non possiede una propria campana potrà utilizzare quelle fornite dall’organizzazione.
Con Giovanni Del Casale: operatore del suono e musicista, diplomato in Nada Yoga e Campane Tibetane.
Per iscrizioni scrivere a: info@taracittamani.it
Cari Amici,
nel fine settimana del 30 Settembre e 1 Ottobre avremo l’opportunità di ospitare Ghesce Tenzin Tenphel, è una grande occasione per ascoltare il dharma sia per i vecchi praticanti sia per le persone nuove.
Questo è il terzo fine settimana dedicato a “I Tre Aspetti Principali del Sentiero” è un testo di quattordici versi composto da Lama Tzong Khapa (1357-1419), viene esposto l’intero sentiero verso l’illuminazione attraverso tre aspetti: la rinuncia alla sofferenza, la mente di illuminazione o bodhicitta e la visione corretta della realtà.
Lama Tsong Khapa nasce in Amdo (Tibet) nel 1357, viene ordinato novizio con il nome Lobsang Drakpa, nel 1409 fonda il monastero di Ganden dando di fatto il via alla scuola Gelug cioè “i virtuosi”. Lasciò il corpo nel 1419 all’età di 62 anni è considerato uno dei Lama più importanti del Tibet.
Questo il programma:
- sabato 30 Settembre dalle ore 15,00 alle 18,00
- domenica 1 Ottobre dalle ore 10,00 alle 12,30
Il corso è ad offerta libera
Ghesce Tenzin Tenphel è nato a Domo (Tibet),vicino a una provincia del Sikkim, stato federato dell’India, in una famiglia nomade di agricoltori. Nel 1959, a causa dell’invasione cinese del Tibet, la famiglia fuggì nel Sikkim e più tardi emigrò nel sud dell’India. Ghesce Tenphel divenne aspirante monaco all’età di nove anni, ma continuò a studiare nella locale scuola statale indiana, memorizzando le scritture buddhiste durante le sue vacanze. A 17 anni ottenne dalla famiglia il permesso di entrare nell’ Università monastica di Sera Je (trasferita dal Tibet nel sud dell’India), dove completò i 21 anni di formazione tradizionale scolastica. Ghesce Tenphel si è laureato con lode nel 1994, ottenendo il diploma universitario di Ghesce Lharampa, il dottorato più alto del buddhismo tibetano conferito nella tradizione Ghelug. In seguito ha studiato i tantra per un anno, nel collegio tantrico del Gyu-To, prima di essere invitato a partecipare a un tour internazionale dei monaci di Sera Je. Nel 1997 ha guidato, a Sera Je, un gruppo di monaci specializzati nelle pratiche meditative e rituali connesse alla divinità di meditazione Hayagriva.